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Robert Dun

Robert Dun è lo pseudonimo di Maurice Jean François Martin, nato il 13 febbraio 1920 a Marsiglia e morto l’8 marzo 2002 a Saint-Vincent, scrittore autodidatta, nazionalista europeo e neopagano, uno dei precursori del mondo identitario francese. Ammiratore di Nietzsche, ha scritto numerosi libri su temi quali la filosofia, la religione, la mitologia, la politica e l’ecologismo. In gioventù, operaio a Saint-Étienne, è militante comunista, poi anarchico, volontario nelle Brigate Internazionali durante la Guerra Civile spagnola; nel 1943 si arruola nella Französische (SS) Freiwilligen-Sturmbrigade, più nota come Brigade Frankreich, e quindi, alla sua costituzione, nella 33.Waffen-Grenadier-Division der SS Charlemagne (französische Nr. 1), in cui raggiunge il grado di Rottenführer (equivalente a quello di caporalmaggiore). Nel 1948, al rientro in patria, subisce una condanna ad un anno, che sconta a Lione. Pur mantenendo buoni rapporti con l’ambiente nazional-europeo (collabora con Le Devenir européen e Le Courrier du Continent, su cui scrivono molti ex-combattenti della Charlemagne), respingerà radicalmente il culto della personalità (con riferimento ad Adolf Hitler) e, dalla fine degli anni ‘60 si dichiara «anarchico individualista» e nicciano; collabora ad alcune riviste (L’Or vert, L’Anarchie, L’Homme libre), espressione di gruppi anarchici minoritari, ma anche con pubblicazioni non lontane dalla Nouvelle Droite (Argad, L’Ile verte, Vouloir, Le Partisan européen) e con altre apertamente identitarie, in particolare Réfléchir et agir e Militant, oltre a pubblicazioni specificamente dedicate alla «spiritualità della tradizione europea», come Roquefavour. Seguace dell’antropologo e psicologo Ludwig Ferdinand Clauss (1892-1974), precursore dell’ecologia in Francia, antimaterialista, nel periodo dal 1969 al 1974 e, forse un po’ oltre, fa parte della Massoneria. Personaggio controverso, amico del fondatore e presidente di Terre et Peuple, Pierre Vial, che lo chiamerà «compagnon de route et de combat», Dun ha pubblicato una quindicina di opere ispirate al neopaganesimo, all’ecologia, ai miti e alle tradizioni. Ha anche creato l’«Europo», una lingua che sperava potesse essere utilizzata nel quadro di una nuova costruzione europea, diffondendola con manuali di apprendimento (L’europo: le sanscrit pour les européens) e audiocassette. Ha usato anche lo pseudonimo di Adler von Scholle. Qui una sua breve dichiarazione:
https://www.dailymotion.com/video/xadmqf.

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