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IL SOLE DELL'IMPERO
Qual è il vero scopo del professor Dauphin, esperto di fisica quantistica, inviato a Roma con lo Zeppelin per ordine del governo francese? Da dove proviene l’avanzatissima tecnologia in mano a gruppi terroristici che stanno scuotendo l’Europa? E chi è il misterioso energumeno baltico che si aggira silenzioso per la città, apparendo proprio sulla scena di uno dei loro attentati? Alla fine degli anni ’30 di un mondo ucronico, dove il Sacro Romano Impero è sopravvissuto al Medio Evo ed esiste ancora, il giovane giornalista Andrea Alcis e l’enigmatico capitano Vertrago dell’esercito imperiale si ritroveranno al centro di un gioco tra potenze mondiali e forze arcane che li condurrà a un viaggio fino ai confini del mondo.
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L’ERA DEL POST-UMANO
Dalle conseguenze della mondializzazione alla sempre più spietata tirannia del profitto, passando per la virtualizzazione dell’esistente, per l’individualismo atomizzante dell’homo consumens, per la soppressione di ogni forma di sovranità e per lo sradicamento del sacro: l’era del post-umano si dispiega senza limiti, travalicando identità, verticalità, comunità e differenze. Il meccanismo è già immanente: la guerra è una condizione cronica della nostra epoca; l’incertezza economica è una presenza costante; l’apocalisse ecologica è una possibilità concreta; la solidarietà umana è un mito sfuggente, che la pandemia ha definitivamente seppellito.
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ATENA, CUSTODE DEL LIMITE
Senza sosta, nel mainstream, sentiamo parlare di “sessismo”, “razzismo”, “omofobia” e “transfobia”: queste accuse – mosse per escludere arbitrariamente le voci dissonanti – minacciano chi si limita ad osservare l’ovvietà della differenza. Per i censori del pensiero unico – infatti – è necessario riconfigurare la realtà: sopprimere i sessi, negare le razze, superare le alterità e imporre la mescolanza globale funzionale alla dissoluzione delle comunità, dei popoli e delle tradizioni. Questo feticismo della tolleranza, subdolamente veicolato in nome di una chimerica “lotta alle discriminazioni”, decostruisce le identità e le coscienze, aprendo le porte ad un individuo fluido, astratto ed intercambiabile che – sottomesso al mercato – condivida le stesse leggi, gli stessi gusti, la stessa morale e lo stesso linguaggio in ogni angolo del globo
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IL FAGGIO E LA QUERCIA
Un racconto di fantasia, che però si innesta sulla traccia di una ricostruzione storica puntuale, capace di fotografare il territorio novarese – sceneggiatura e protagonista indiscusso della narrazione – nella sua natura più intima e nella sua sacralità assoluta: il faggio e la quercia – del resto – attestano questa costante tensione alla verticalità, metaforicamente richiamata dall’ascensione alle vette alpine. Un viaggio nell’eroismo e nell’audacia, nel coraggio e nel superamento di sé, nel senso dell’onore e nel rispetto per la parola data, nella perfetta simbiosi dell’uomo con il Genius Loci e della prassi rivoluzionaria con il vasto orizzonte della Tradizione.
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WAGNER NIETZSCHE
La Musica tonale europea – in costante e segreto conflitto con il Verbo – ha educato ad un sentimento nuovo del Tempo della Storia: un tempo tridimensionale e non più lineare, in cui è ritrovata la pienezza dell’umano e del suo divenire. Da questo sentimento è scaturita una visione-del-mondo nuova, che ha per la prima volta invaso il dominio del linguaggio con l’opera artistica di Richard Wagner e, subito dopo, con quella filosofica di Friedrich Nietzsche. Nasce così il Mito sovrumanista e con esso entra nella storia il vasto movimento spirituale, artistico, filosofico e infine politico che, in conflitto con la bimillenaria tendenza umanistico-egalitarista, ha dominato il XX secolo europeo. Il saggio di Giorgio Locchi mette in luce la lunga gestazione «musicale» del Mito, ne coglie la nascita e ne analizza le strutture, permettendo una più esatta comprensione della «parentela» che unisce Nietzsche a Wagner.
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IL NUOVISSIMO ORDINE MONDIALE
Renzo Giorgetti compie un viaggio nelle pieghe del nostro tempo, sottolineando gli elementi di continuità con il passato e delineando una fenomenologia delle forme del potere che sembra ripetersi costantemente, rinnovando la farsa di un meccanismo artefatto: siamo dinanzi ad una governance settaria e fanatica, priva di “diritti inalienabili” e “sacri valori fondativi”, che comprime gli spazi di libertà, rescinde i legami con il sacro, omologa le coscienze, decostruisce le identità e sovverte le tradizioni. Quella in atto, per l’autore, è una volgare recita priva di ogni legittimità: in tal senso, allora, è necessario comprendere che la vera lotta non sta nel cambiare gli elementi della scena o gli attori che la attraversano, ma la percezione stessa dello spettatore, spingendolo ad abbandonare il teatro e a riconquistare la propria dignità, la propria natura e il proprio posto nel mondo.
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CAPITALISMO MODERNO E SOCIETÀ DI MERCATO
Il fatto più rilevante del nostro tempo, forse, è che tutto può essere comprato e venduto. Gli antichi rapporti comunitari – fondati sulla fiducia, sulla reciprocità e sul senso dell’onore – si sono dissolti per lasciare il posto al libero sviluppo degli interessi individuali, centrali in una società liquida che ha sostituito la qualità con la quantità, i princìpi con i desideri e la trascendenza con il profitto. Queste – tra le altre – sono le più evidenti manifestazioni del capitalismo, le cui origini e le cui dinamiche sono magistralmente descritte da Guillaume Travers.