IL TRAMONTO DEL MONDO BIANCO
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978-88-85574-27-4
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Descrizione del libro
Le proteste “antirazziste” scaturite dalla morte di George Floyd – ucciso a Minneapolis da un agente di Polizia – hanno assunto una portata planetaria. I saccheggi e le sommosse, accompagnati dalle roboanti campagne mediatiche e dal delirante abbattimento delle statue, hanno mostrato i limiti di un modello multiculturale che sembra essere proiettato verso il baratro della furia iconoclasta e delle perenni tensioni etniche, nel solco della nuova narrazione funzionale al “pensiero unico” e ai meccanismi di mercato.
Se è vero che “le vite dei neri contano”, che cosa accade al “mondo bianco”? Quale futuro si prospetta – nella cosmopoli globale del terzo millennio – per gli europei e per i loro discendenti d’oltreoceano? Afflitto dal declino demografico e sottoposto ad una forte pressione migratoria dal Terzo Mondo, l’Occidente si avvia stancamente al tramonto della propria Civiltà originaria. Tra “white guilt”, inginocchiamenti di massa, rimozione forzata della storia e livellamento delle appartenenze, il “mondo bianco” subisce un’ecatombe silenziosa: il “peccato originale” della propria identità – di fatto – impone il tabù innominabile di una discriminazione strisciante e “politicamente corretta”.
Questo saggio – frutto di anni di studio e documentazione – affronta il tema della “società multietnica” alla radice, riportando dati, fatti e testimonianze che non trovano spazio nei grandi mezzi di comunicazione: dalle “no go areas” nel cuore del Belgio alle celebri banlieue francesi; dal melting-pot inglese alla metamorfosi della società americana; dal nuovo caos svedese alla violenta trasformazione sudafricana; dalla tragedia rhodesiana all’Untergang tedesco, passando per l’evoluzione di Haiti e per l’attuale contesto italiano. L’autore, inoltre, dedica particolare attenzione al fenomeno del cosiddetto “antirazzismo”, ripercorrendone le tappe e gli effetti: dalle prime battaglie per i diritti degli afroamericani alla genesi del “potere nero”, fino al più recente fenomeno dei “Black Lives Matter”, intriso di un revanscismo anti-bianco che trova una preoccupante complicità nei gangli vitali del sistema globale.
Un viaggio nel mondo che verrà, dove la disgregazione delle identità nazionali si accompagna al sogno illusorio di una “società aperta”, frutto della mescolanza, dello snaturamento culturale e della “sostituzione etnica” dei popoli: un’analisi libera e controcorrente, che non manca di denunciare i cortocircuiti di un fanatismo progressista che rischia di produrre inutili “guerre tra bande” e pericolose derive razziali.
L'autore
È nato a Ferrara il 20 ottobre del 1989. Ha studiato filosofia da autodidatta, dedicandosi inizialmente alla comprensione del pensiero tradizionale di Julius Evola e Renè Guènon, passando poi alla filosofia classica di Platone, Plotino e Plutarco, fino a giungere a quella moderna – in particolare tedesca – con Heidegger, Nietzsche e soprattutto Schopenhauer. Abbraccia, infine, la via metafisica dell’Advaita Vedanta e – nello stesso anno – diventa vegetariano.
Scrive di spiritualità indoeuropea, di metapolitica e di filosofia su siti online e su riviste cartacee. Ha curato diverse traduzioni di testi inediti e ha inaugurato la sua carriera editoriale con una trilogia di ambito tradizionale, misurandosi di volta in volta con la trattazione filosofica, col saggio e con la narrativa.
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