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RIPRENDERSI LA VITTORIA

Perchè gli italiani non devono dimenticare la Grande Guerra

11,90

Autore: Stelio Fergola
Collana: Bastian Contrari
Pagine: 174
Anno: 2018

Temi: Grande Guerra, prima guerra mondiale, Italia, impero austro-ungarico, trincea, arditi, Mussolini, Fascismo, antifascismo, cinema, neorealismo, Patria, Vittorio Veneto, Caporetto, Diaz, Enrico Toti, 4 novembre, Nazione, nazionalismo, Fergola, Scianca, conflitto, Militaria, alpini, Jünger, eroi, eroismo

descrizione del libro.

Cosa resta, un secolo dopo, della vittoria italiana nella Grande Guerra? L’autore risponde a questa domanda, prendendo in esame i fenomeni culturali, politici e sociali che hanno spinto le Istituzioni, i media e l’intellighenzia del nostro Paese a snobbare e processare un evento cruciale: il costante riferimento alle fantomatiche “fucilazioni di massa”, l’avvento di un cinema pessimista e decadente, la retorica pacifista, la mitizzazione della diserzione, la psicosi anti-nazionale di matrice antifascista, la caricatura forzata e artefatta dell’italiano egoista e vigliacco.

Stelio Fergola demolisce, pagina dopo pagina, tutti i “falsi miti” della vulgata anti-italiana che ha animato il secondo dopoguerra, con la precisa volontà di offrire un approccio equilibrato e veritiero alla Prima Guerra Mondiale, essenziale nel processo di consolidamento della nostra identità nazionale. Tra analisi storica e indagine sociale, si impone una nuova narrazione dei fatti, tesa a riscoprire ciò che è stato omesso per decenni: le gesta epiche dei nostri soldati, lo spirito autentico della trincea, l’epopea di un popolo che risorge e si fa Comunità.

Ma “Riprendersi la Vittoria” è anche un monito agli italiani del terzo millennio: avere consapevolezza di sé, ribadire il proprio senso di appartenenza, custodire e trasmettere – con fierezza – il sacrificio dei tanti connazionali che hanno donato la vita alla Patria. Perché il 4 novembre – nell’epoca del globalismo apolide e sradicante – torni ad essere la festa condivisa di un popolo e di una Nazione. Perché i nostri figli sappiano che l’Italia non è stata soltanto la terra dei mafiosi e dei corrotti, ma anche quella degli slanci generosi e dei sacrifici esemplari, dei confini sacri e del sangue versato, dei miti condivisi degli eroi immortali.

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