DAL CIELO CI GUARDANO
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979-12-5462-194-3
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Descrizione del libro
“Mi pare di udire ancora l’eco del cannone o il canto dei soldati addossati alla buca più avanzata, e il lamento dei feriti e l’urlo dell’assalto. E l’impeto dei motori lanciati. E la nostalgia delle giornate consumate in battaglia, che tornano a essere più vive che mai. E le franchigie affidate al caso, perché portassero in Patria ancora un saluto. E il dolore, le delusioni, le speranze e le gioie di quelle ore, cui è legata la mia giovinezza. E i racconti uditi, vissuti in spasimo ugualmente ardente da compagni di guerra e di calvario. Storie di guerra. Ancora storie della nostra guerra perduta. Dette e sussurrate. Cantate, queste storie, fra una raffica ed un assalto. Rimpiante quelle ore di battaglia nei lunghi silenzi del nostro disperato ritorno in una terra divenuta irriconoscibile. Storie interminabili di guerra. Storie di minuti che parvero secoli. Storie dette e raccontate per me, per noi reduci non vinti di una guerra perduta. Fremiti indimenticabili, assalti, pattuglie, scorci di pace nel tumultuare della grande battaglia e nell’attesa dell’ultimo minuto, prima del segno stabilito. Bandiere e stendardi indomiti ed indomabili. Fiamme di combattimento che conobbero il sole di El Alamein, ed il tramonto di Tscherkowo e di Sidi Thabet. Dunque, la via che conduceva al cielo era ingombra di eroi.”
Queste pagine, riportate alla luce con una nuova edizione, ripercorrono le gesta dei nostri soldati attraverso la penna di Roberto Mieville, già tenente carrista durante la Seconda Guerra Mondiale, poi preso prigioniero in Africa e rinchiuso nel famigerato “Fascists Criminal Camp” di Herefort, nel Texas. Racconti avvincenti, tragici ed eroici al tempo stesso, narrati da un uomo che – dismessa la divisa – proseguirà la battaglia ideale con il Movimento Sociale Italiano, fedele al celebre motto da lui coniato: “Boia chi molla!”
L'autore
Tenente carrista durante la seconda guerra mondiale, fu preso prigioniero in Africa e rinchiuso nel famigerato Fascists Criminal Camp di Herefort, nel Texas.
Nel gennaio del 1946 fu tra i fondatori del movimento clandestino dei Fasci di Azione Rivoluzionaria (FAR). Nel dicembre dello stesso anno fu tra i fondatori del Movimento Sociale Italiano, organizzazione politica di cui fu anche il primo segretario giovanile dell’allora Raggruppamento giovanile studenti e lavoratori.
Nell’aprile del 1948 viene eletto alla Camera dei Deputati insieme con Almirante, Michelini, Roberti, Filosa e Russo Perez.
Rieletto nella II legislatura nel 1953, moriva pochi mesi dopo, vicino Latina, in un incidente stradale.
Antiamericano, anticapitalista, antimonarchico, si richiamava all’esperienza del Fascismo Repubblicano ed al Manifesto di Verona del 1943. Fu l’ideatore del famoso motto, ancora oggi cantato nelle manifestazioni e nelle curve degli stadi d’Italia, del “Boia chi molla”.
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