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Piccolo Manuale della guerriglia urbana
Dal reperimento delle armi alle tecniche di sabotaggio e dagli attacchi mirati al controllo del territorio, passando per il soccorso dei feriti, l’affinamento della propaganda, l’appoggio popolare e l’addestramento delle reclute: questo Manuale – nato nel duro contesto della guerriglia brasiliana e tradotto in decine di lingue – permette al lettore di compiere un viaggio insolito e controverso nella cultura e nella pratica rivoluzionaria del Novecento, restituendo dettagli tattico-strategici di grande interesse storico.
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DIVENTARE UN BARBARO
Ci si aspetta che gli uomini occidentali siano dei mansueti e civilizzati “cittadini del mondo”: individui sradicati e consumatori globali, privi di ancoraggi e di doveri, di connessioni tribali e di codici d’onore, di pratiche virili e di senso di appartenenza. Apatici, disorientati e rassegnati, questi automi hanno sostituito le pratiche comunitarie con le identità di consumo, diventando vulnerabili e manipolabili. Questo libro – coraggioso e controcorrente – attacca il vuoto emasculato della società moderna: un orizzonte decadente e un “impero del nulla”, fondato sulle chimere dell’universalismo, sulle debolezze del “pensiero unico” e sulla virtualizzazione dei rapporti e delle scelte. “Diventare un barbaro” – allora – significa rifiutare la narrazione dominante, ritrovare la Comunità, ricercare una vita autentica e tornare ad essere uomini.
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LE DIVINITÀ GIAPPONESI
Dalle conseguenze della mondializzazione alla sempre più spietata tirannia del profitto, passando per la virtualizzazione dell’esistente, per l’individualismo atomizzante dell’homo consumens, per la soppressione di ogni forma di sovranità e per lo sradicamento del sacro: l’era del post-umano si dispiega senza limiti, travalicando identità, verticalità, comunità e differenze. Il meccanismo è già immanente: la guerra è una condizione cronica della nostra epoca; l’incertezza economica è una presenza costante; l’apocalisse ecologica è una possibilità concreta; la solidarietà umana è un mito sfuggente, che la pandemia ha definitivamente seppellito.
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IL SOLE DELL'IMPERO
Qual è il vero scopo del professor Dauphin, esperto di fisica quantistica, inviato a Roma con lo Zeppelin per ordine del governo francese? Da dove proviene l’avanzatissima tecnologia in mano a gruppi terroristici che stanno scuotendo l’Europa? E chi è il misterioso energumeno baltico che si aggira silenzioso per la città, apparendo proprio sulla scena di uno dei loro attentati? Alla fine degli anni ’30 di un mondo ucronico, dove il Sacro Romano Impero è sopravvissuto al Medio Evo ed esiste ancora, il giovane giornalista Andrea Alcis e l’enigmatico capitano Vertrago dell’esercito imperiale si ritroveranno al centro di un gioco tra potenze mondiali e forze arcane che li condurrà a un viaggio fino ai confini del mondo.
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L’ERA DEL POST-UMANO
Dalle conseguenze della mondializzazione alla sempre più spietata tirannia del profitto, passando per la virtualizzazione dell’esistente, per l’individualismo atomizzante dell’homo consumens, per la soppressione di ogni forma di sovranità e per lo sradicamento del sacro: l’era del post-umano si dispiega senza limiti, travalicando identità, verticalità, comunità e differenze. Il meccanismo è già immanente: la guerra è una condizione cronica della nostra epoca; l’incertezza economica è una presenza costante; l’apocalisse ecologica è una possibilità concreta; la solidarietà umana è un mito sfuggente, che la pandemia ha definitivamente seppellito.
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ATENA, CUSTODE DEL LIMITE
Senza sosta, nel mainstream, sentiamo parlare di “sessismo”, “razzismo”, “omofobia” e “transfobia”: queste accuse – mosse per escludere arbitrariamente le voci dissonanti – minacciano chi si limita ad osservare l’ovvietà della differenza. Per i censori del pensiero unico – infatti – è necessario riconfigurare la realtà: sopprimere i sessi, negare le razze, superare le alterità e imporre la mescolanza globale funzionale alla dissoluzione delle comunità, dei popoli e delle tradizioni. Questo feticismo della tolleranza, subdolamente veicolato in nome di una chimerica “lotta alle discriminazioni”, decostruisce le identità e le coscienze, aprendo le porte ad un individuo fluido, astratto ed intercambiabile che – sottomesso al mercato – condivida le stesse leggi, gli stessi gusti, la stessa morale e lo stesso linguaggio in ogni angolo del globo
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IL FAGGIO E LA QUERCIA
Un racconto di fantasia, che però si innesta sulla traccia di una ricostruzione storica puntuale, capace di fotografare il territorio novarese – sceneggiatura e protagonista indiscusso della narrazione – nella sua natura più intima e nella sua sacralità assoluta: il faggio e la quercia – del resto – attestano questa costante tensione alla verticalità, metaforicamente richiamata dall’ascensione alle vette alpine. Un viaggio nell’eroismo e nell’audacia, nel coraggio e nel superamento di sé, nel senso dell’onore e nel rispetto per la parola data, nella perfetta simbiosi dell’uomo con il Genius Loci e della prassi rivoluzionaria con il vasto orizzonte della Tradizione.